La Fisarmonica Verde
Lo spettacolo “La Fisarmonica Verde” fa parte del programma “La retromarcia da Lengenfeld a Roma”.
Ospite della serata Paolo Hendel
Il ritorno in Patria è il momento più atteso dagli Internati Militari Italiani finiti nei Lager nazisti, dopo la proclamazione dell’armistizio con gli Alleati l’8 settembre ’43, per essersi rifiutati di entrare nelle fila della neo-nata fascista Repubblica di Salò o di continuare la guerra accanto ai tedeschi. Con il loro NO al Nazismo e NO al Fascismo, circa 650.000 IMI scelsero la prigionia nei Lager sparsi sul territorio del Terzo Reich, ben consapevoli delle conseguenze, anche le più terribili. Costretti al lavoro coatto, alla fame, al freddo, vittime di maltrattamenti e di eccidi, dopo circa venti mesi di internamento, vennero liberati dagli Alleati che arrivavano da ovest e dall’Armata Rossa che arrivava da est. Cinquantamila di loro però rimasero nei cimiteri tedeschi.
Penso a casa, intensamente, chi troverò? Saranno tutti vivi? Che il cielo mi illumini sul mio avvenire e su quello della mia Patria!
I vagoni si riempiono di scritte: «W l’Italia!», «W la Democrazia!», «W i liberatori!», «W Noi!», «W i maccheroni!».
“Centro di Raccolta e Smistamento Reduci”, dice un cartello.
Il 28 giugno 1945 arriva alla stazione di Balconi, di Pescantina, la prima tradotta militare, carica di ex internati. Giovani donne “gli angeli di Pescantina” organizzano l’accoglienza.
I soldati con “le strasse ai pie” e le piaghe sotto in piedi, vengono lavati, curati e sfamati. Gli altoparlanti diffondono le note di Mamma son tanto felice, perché ritorno da te…
Il progetto “Il Ritorno a Casa degli Internati Militari Italiani dai lager nazisti” vuole ripercorrere alcune storie e condividere quelle emozioni che ogni internato ha vissuto nel viaggio di ritorno a casa. All’angoscia del viaggio verso la prigionia e all’angoscia, se pur diversa, del viaggio verso la ritrovata libertà, si aggiunge nel prigioniero liberato una gioia che egli sarà costretto ad elaborare: gioia incontenibile, cauta, indecifrabile?
L’Associazione Nazionale Ex Internati coglie l’occasione di un evento, possiamo dire un’impresa, che l’artista Andrea Satta compirà nel percorre in bicicletta il percorso che il suo papà fece in treno, liberato, per tornare a casa, nel luglio del 1945. 1600 chilometri in bicicletta, dal campo di Lengenfeld nel Voigtland in Germania, al quartiere San Lorenzo a Roma.
“Così è tornato mio padre dal campo di concentramento nazista di Lengenfeld nel luglio del 1945. Magro, uno scheletro ricoperto di pelle, a cavalcioni dei respingenti di un treno merci con indosso un cappottone russo ormai fuori stagione, una fisarmonica a tracolla “.
Andrea farà il viaggio in bicicletta con suo figlio Lao, uno studente di vent’anni. È un modo appassionato e concreto di trasferire una testimonianza così importante alle generazioni più giovani.
E proprio “La Fisarmonica Verde” è il titolo dello spettacolo teatrale che Andrea Satta, musicista, compositore, ideatore di eventi artistici, autore di numerosi libri, e cantante dei Têtes de Bois, ha rappresentato tante volte in giro per l’Italia. Una pièce che verrà riproposta nel corso di alcune tappe della lunga biciclettata. “La Fisarmonica Verde” racconta la Seconda Guerra Mondiale attraverso il recupero del rapporto padre-figlio, la capacità e l’importanza dell’ascolto e del racconto fra generazioni, il senso delle radici culturali.
Dalle macerie della guerra, Germania e Italia sono risorte alla democrazia. Per il loro comune cammino di libertà, nella Comunità europea e nel mondo, è necessario che la Memoria continui a vivere. Una memoria che qualcuno, in Italia, protegge e diffonde, si chiama ANEI: Associazione Nazionale Ex Internati nei lager nazisti.
Nasce nei campi di prigionia, quando ufficiali e soldati progettano di ritrovarsi, una volta salvi in Italia, per condividere l’esperienza di sopravvissuti, onorare il sacrificio di chi non è tornato, assistere le famiglie e salvaguardare la memoria di tutti loro.
Fin dalle origini, attraverso molteplici iniziative l’ANEI segue il dettato del proprio statuto in difesa dei diritti umani, della pace, della cooperazione e della solidarietà tra i popoli. Attraverso molteplici strumenti guarda soprattutto al “nuovo” mondo: quello dei giovani, cui consegnare il testimone che ha ricevuto dagli IMI.
Ingresso libero
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